Ulisse, per antonomasia uomo di Ingegno, inganna Poligemo e lo acceca per salvare la sua vita e quella dei suoi compagni. |
"Musa, quell'uom di multiforme INGEGNO
Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra
Gittate di Iliòn le sacre torri [...]"
Omero (trad. Ippolito Pindemonte);
Proemio.
Il testo, tradotto nel XVIII secolo dal Pindemonte, apre le cronache dello scaltro acheo, la cui proverbiale ingegnosità è una sua caratteristica propria, a tal punto che Ulisse identifica il "furbo" nell'immaginario collettivo. Uno dei punti che meglio trattano questo aspetto è l'episodio dell'accecamento di Polifemo, dove "Nessuno" aguzza l'ingegno e anche un palo, salvando la propria vita e quella dei compagni ricorrendo all'astuzia.
Il testo, tradotto nel XVIII secolo dal Pindemonte, apre le cronache dello scaltro acheo, la cui proverbiale ingegnosità è una sua caratteristica propria, a tal punto che Ulisse identifica il "furbo" nell'immaginario collettivo. Uno dei punti che meglio trattano questo aspetto è l'episodio dell'accecamento di Polifemo, dove "Nessuno" aguzza l'ingegno e anche un palo, salvando la propria vita e quella dei compagni ricorrendo all'astuzia.
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